Sfrondo il superfluo dall’editoriale (Una specie di editoriale) che apre il primo numero del Post: “Oggi va online il Post, […] per metà aggregatore […], per metà editore di blog. […] Pubblica notizie, storie, informazioni raccogliendole in rete e nei media, e linkando e segnalando le fonti. […] Il Post è Wittgenstein, ma di più. Più storie, più link, più idee, più blog”.
Con rispetto parlando, un contenitore. Però di testi anonimi, perché i post non sono firmati, ignoti i componenti della redazione e i rispettivi ruoli, solo i blog linkati rimandano ai loro titolari: sarà impossibile complimentarsi con altri che con Luca Sofri, nel caso. Una scelta per assicurare una coerenza editoriale e (in senso lato o in senso stretto, vedremo) politica. Non come Tocqueville, insomma. Nemmeno come The Huffington Post, a pensarci bene. Antecedenti nobili: Dagospia per il web (che è D’Agostino, ma di più) e Il Foglio per il cartaceo (che è Ferrara, ma di più).
La forma del contenitore consente di azzardare ipotesi sulla sostanza dei contenuti? C’è chi dice di sì e c’è chi dice di no, non resta che vedere come butterà. Al momento: “Cerchiamo di fare una cosa piccola ma ambiziosa, e di vedere cosa diventa”.
Giuro di aver sentito una frase pressoché simile da Lapo Elkann nel presentare la sua factory, Indipendent Ideas, che non sono mai riuscito a capire bene cosa produca.
Quasi dimenticavo, auguri.
Ah ha ha, il paragone con Lapo Elkann! Per citare un grande film, "breve ma... affossante".
RispondiEliminaQualche giorno fa avevo scritto due righe su il Post. Avevo avuto anch'io la sensazione che l'iniziativa editoriale fosse 'molto personalistica'.
RispondiEliminahttp://astenio.blogspot.com/2010/04/isofri-quello-meno-anziano.html
....Indipendent Ideas...credo che lo stesso Lapo ignori cosa produca tale azienda...
RispondiEliminaOmbelicale
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