martedì 20 aprile 2010

Il Post



Sfrondo il superfluo dall’editoriale (Una specie di editoriale) che apre il primo numero del Post: “Oggi va online il Post, […] per metà aggregatore […], per metà editore di blog. […] Pubblica notizie, storie, informazioni raccogliendole in rete e nei media, e linkando e segnalando le fonti. […] Il Post è Wittgenstein, ma di più. Più storie, più link, più idee, più blog”.

Con rispetto parlando, un contenitore. Però di testi anonimi, perché i post non sono firmati, ignoti i componenti della redazione e i rispettivi ruoli, solo i blog linkati rimandano ai loro titolari: sarà impossibile complimentarsi con altri che con Luca Sofri, nel caso. Una scelta per assicurare una coerenza editoriale e (in senso lato o in senso stretto, vedremo) politica. Non come Tocqueville, insomma. Nemmeno come The Huffington Post, a pensarci bene. Antecedenti nobili: Dagospia per il web (che è D’Agostino, ma di più) e Il Foglio per il cartaceo (che è Ferrara, ma di più).

La forma del contenitore consente di azzardare ipotesi sulla sostanza dei contenuti? C’è chi dice di sì e c’è chi dice di no, non resta che vedere come butterà. Al momento: “Cerchiamo di fare una cosa piccola ma ambiziosa, e di vedere cosa diventa”.
Giuro di aver sentito una frase pressoché simile da Lapo Elkann nel presentare la sua factory, Indipendent Ideas, che non sono mai riuscito a capire bene cosa produca.

Quasi dimenticavo, auguri.

4 commenti:

  1. Ah ha ha, il paragone con Lapo Elkann! Per citare un grande film, "breve ma... affossante".

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  2. Qualche giorno fa avevo scritto due righe su il Post. Avevo avuto anch'io la sensazione che l'iniziativa editoriale fosse 'molto personalistica'.

    http://astenio.blogspot.com/2010/04/isofri-quello-meno-anziano.html

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  3. ....Indipendent Ideas...credo che lo stesso Lapo ignori cosa produca tale azienda...

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