Riformare, riformare, questa maggioranza ne ha una grande smania. Fisco, giustizia, istituzioni, gli stessi connotati dello Stato, l’Italia dovrebbe uscirne tutta riformata. Questo dovrebbe dare per scontato che questa maggioranza – o almeno chi la guida – abbia un progetto di società, un disegno che la rappresenti, e che progetto e disegno siano tanto chiari da produrre una visione, sia pure virtuale, chessò, due righe, uno schemino…
Macché, sulle riforme da fare urgentemente – Cetto Laqualunque aggiungerebbe “comunquemente” – questa maggioranza non ha uno straccio di traccia. Cioè, detto col garbo del notista politico di classe: “Sarebbe imprudente ignorare che per ora non esiste un progetto della maggioranza. Anzi, a sentire il ministro Ignazio La Russa, «siamo alle pre-bozze» della riforma” (Corriere della Sera, 15.4.2010).
Cosa siano le pre-bozze, non so. A volte, ascoltando gli uomini di questa maggioranza, avverto in loro la smania di riformare pure il dizionario. E tuttavia, a naso, pre-bozza dovrebbe significare al massimo due righe, forse pure sprovviste di schemino. E allora mi pare evidente che queste patetiche macchiette, pericolose come tutte le iperboli della miseria umana, vadano nutrendo smanie di riforme senza neanche sapere un cazzo del come. È un impietoso squarcio di luce su una classe politica di merda.
Il progetto di società di questo centrodestra non sa che esprimere pre-bozze, e siamo all’ora X, mica al ruminamento convegnistico. Al confronto, le riformucce della Prima Repubblica appaiono costruzioni titaniche, i ritocchetti allo statu quo degli anni ’60 e ’70 appaiono ardite rivoluzioni, il Piano di rinascita democratica di Gelli appare un affascinante trattato di filosofia politica.
Questa maggioranza predilige tutto quello che comincia con pre: pregiudizi, prescrizioni, prebende, prevaricazioni .....
RispondiEliminaAnche i pre-ti.
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