Luca Sofri non è molto soddisfatto di quella che sarebbe stata – scrive – “la mia prima puntata di Ballarò”. Ce ne sarà almeno una seconda, dunque, e sarebbe interessante sapere chi gliene abbia dato assicurazione. Soprattutto sarebbe interessante sapere se questa assicurazione gli è stata data prima o dopo quella puntata.
Se gli è stata data dopo quella prova che egli stesso giudica infelice, avrebbe ragione a scrivere che “ci possono essere casi di incompetenze promosse senza che se ne capisca la ragione”. Se gli è stata data prima, invece, prenderebbe forza l’ipotesi avanzata da L’89, quella di “uso di mezzo pubblico a fini pubblicitari per un editore esterno”, dando ragione a chi sostiene che questo porrebbe gli estremi di conflitto di interesse, come fa Daniele Sensi, che a ragione commenta: “Si fosse trattato di personalità vicine al centrodestra, oggi la blogosfera tutta, costernata ed indignata, non parlerebbe d’altro”.
E invece se ne parla pochissimo, e quel pochissimo è affettuosamente soffice o ambiguamente reticente, fatta eccezione per Fulvio Abbate, che a Luca Sofri dà del “figlio di papà”, rinfacciandogli di godere dei benefici di un “supponente nepotismo di sinistra”: solo Abbate riprende l’immagine che Roberto Cota ha evocato a Ballarò per rintuzzare le maliziose insinuazioni di Sofri jr. su Bossi jr., quella del bue che osa dare del cornuto all’asino, e solo Jimmomo arriva al categorico (“un paio di stronzate e antipaticissimo”).
Ho visto la puntata di Ballarò assai distrattamente ma, se incrocio al post di Luca Sofri quel che me n’è parso in tv, senza ironia e senza voler far lo strambo a tutti i costi, direi che mai come oggi quel suo musetto da carlino mi torna simpatico: sa che ha fatto una figura di merda e per un attimo mette da parte quella posa da Maurizio Costanzo della blogosfera, facendo dimenticare perfino la sua Maria De Filippi e l’annessa corte di Amici, Saranno famosi, ecc.
Devo dire che, anche se mi è sempre stato sul cazzo, mai come oggi Luca Sofri mi fa tenerezza, e quasi mi pento di aver tante volte espresso giudizi severi nei suoi confronti [*]. È capace di capire che ha fatto una figura di merda: non è poco, depone in suo favore.
Prometto che da oggi in poi lo seguirò senza pregiudizio.
[*] Ai tempi in cui friggeva patatine in un McDonald’s, Giulio Meotti mi chiedeva consigli su come farsi notare da Giuliano Ferrara e m’intratteneva quotidianamente sulle ingiustizie che il mondo fa patire ai figli di nessuno, e i suoi lamenti s’appuntavano spesso sui privilegi dei figli di papà, e Luca Sofri era l’antonomasia che preferiva. Ne sarò stato influenzato.
grazie!
RispondiEliminaho piacere dell`equanimita`e rispetto della conoscenza che non offende mai nessuno.
silvana (from india)
innocenti per definizione
RispondiEliminaDottore, lei non ha eguali nel saper essere cattivo mettendosi in posa da buono! ;-)
RispondiEliminaMaurizio Costanzo mi sembra azzeccato.
RispondiEliminaU'
L'89
Faccio solo notare che mettere nello stesso dibattito Edward Luttwak e Luca Sofri significa mirare alla fiera della simpatia.
RispondiElimina"È capace di capire che ha fatto una figura di merda: non è poco, depone in suo favore."
RispondiEliminaDirei piuttosto che è la prima volta che Sofri prende coscienza di una propria figura di merda. Sono d'accordo, comunque: visto il personaggio è sicuramente un passo in avanti.
PS: L'aneddoto su Meotti è fantastico ...
PPS (@Anelli): hai ragione pure tu. Miscela esplosiva!